
Electro swing: quando passato e presente si incontrano
by 23 Aprile 2023Per chi non ha recuperato il podcast di questo mercoledì (link sotto l’articolo), non sa che la puntata appena caricata, riguardante Giove, è stata teatro di una vero e proprio tributo alla saga colossal “Ritorno al futuro”. La puntata però ha trattato solo i primi due capitoli, lasciando orfano il terzo (poverino). Secondo voi potevo fare un tributo dimenticandomi l’ultima parte? No, infatti siamo qui, nella VERA conclusione del podcast di mercoledì.
Sarebbe facile (scherzando) scrivere del terzo capitolo parlando di quella musica, che nel 1800 creava vere e proprie stagioni artistiche, come avveniva per gente come Mozart, Chopin, Beethoven. Ma come abbiamo sappiamo l’osservatorio vede oltre, infatti la trama del terzo film sembra dirci per la prima volta nella trilogia che non sempre il passato indica il futuro, basta vedere il finale del film per rendersi conto infatti, di come a volte delle piccole anomalie, possono creare invece delle grandi leggende. E infatti dalle ceneri di un passato fatto di leggende, per la prima volta nel 1990, il secondo principio della dinamica riceve il ceffone più grande nella sua storia (si scherza chiaramente), Infatti se fino a quel momento tutti i generi nascevano e morivano, ecco l’eccezione, nel 1990 sotto la scia del campionamento preso in prestito dall’hip hop, un artista di nome Lucas, pubblica una traccia: Lucas with the Lid Off. Il campionamento in quel periodo però aveva un ruolo più di riciclo che di rinascita vera e propria, ma ecco la mossa geniale dell’artista danese, che al posto di andare alla ricerca di campionamenti dei 70-80, prende un campione di When Buddha Smiles di Benny Goodman, brano del 35.
Ed eccoci qua davanti all’impossibile per la prima volta siamo davanti al primo Frankenstein della musica. Il seme pian piano germoglia e nei primi del 2000 vanta il primo grande successo con i Caravan Palace. Corre forte il 2005 trascinandosi i piccoli fenomeni di fine anni 90, che diventavano vere e proprie colonne portanti in quel periodo, nomi come Lady Gaga, Kanye West, oggi sembrano quasi al pari di alcune divinità per molti. Da quel turbinio, ecco il seme di Lucas; nasce in Francia un collettivo che prende la sfida lanciata dieci anni prima dal rapper e la ripropongono in chiave ancor più moderna. Nel 2008 infatti il loro omonimo album con tracce come Suzy, Brothers, Jolie Coquine arrivano undicesimi tra gli album più venduti con un genere nemmeno di nicchia. Dentro l’album troviamo forse il primo manifesto dell’electro swing, dove house, edm e swing (preso nel caso specifico dalla tradizione francese perlopiù) si uniscono in una combo letale, un pò come quella coppia di amici così agli opposti da fuori, che puntualmente trova la stabilità non tanto nei loro piccoli punti in comune, quanto nelle loro differenze. Ed è quello che accade con ritmi non solo ballabili, ma addirittura rappabili, aprendo ancora più correnti per tutta la scena.
Il fenomeno è troppo ghiotto e interessante, tanto che attira l’attenzione di produttori, dj ma ancor di più… Dei fan! Il genere infatti da li a poco arriva a svettare nei 2010, con brani come: We no speak americano, Why don’t you brani per un lungo periodo dello scorso decennio indispensabili per ogni dj set che si rispetti. Gente come Parov Stelar dj austriaco, prende la palla al balzo e costruisce brani come Booty Swing, All night… Brani che tutti conosciamo ma spesso non conosciamo l’autore. Fenomeno particolare nel regno della musica pop internettiana, dove tutti vogliono sapere di tutto. Come fenomenale è a dir poco la scalata del genere che prende in poco tempo quota, attirando a se anche molte critiche, come la celebre di Vice in un articolo non poco polemico di Angus Harrison. Comunque nelle discoteche addirittura si arriva a serate dedicate al genere, se ne parla in TV, sembra tutto andare bene, ma la moda sappiamo non ha scrupoli…
Infatti le critiche aumentano, incessabili fino a che anche le discoteche e le sale da ballo lasciano stare questo filone. Il genere è morto? Assolutamente no. Ecco l’eccezione, perché le hit diventano talmente nazional popolari, anzi global popolari, che cominciano a popolare le pubblicità di tutto il mondo, vuoi un esempio? Ti ricordi dell’omino che balla della Tim? Beh balla sopra all night di Parov Stelar già citato in precedenza. Puoi criticarlo ma l’unione tra il presente e il passato genera dei motivi indimenticabili, che si fissano in mente, e rimangono li.
Quello che da molti è stato definito un genere da hipster anche se in Italia è arrivato solo in piccolissima parte nelle sale, Vive ancora nelle radio francesi, austriache, in quei posti dove il genere è stato prima che teatro, palco e culla di questo piccolo ma grande fenomeno.
Non basterebbe un articolo per parlare di questo genere che vanta artisti come Chinese Man, Wax Taylor, St Germain… Ma perché ho voluto parlarvi di questo brevemente oggi? Perché a mio parere il passato non solo può essere fonte d’ispirazione e nostalgia, ma può essere il futuro basta solo cambiare il punto di vista, capovolgerlo, un pò come fa Doc durante tutta la saga di Ritorno al futuro, dimostrare che nulla è impossibile, è solo una domanda di quando e come.
-Il vostro Tendenzialmenterosso
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