Please Please Me, l’inizio di un’epoca
by 11 Aprile 2023
Era il 22 marzo 1963, sono ormai passati 60 anni dalla pubblicazione di Please Please Me, album di debutto di una band che di lì a poco sarebbe diventata una delle più celebri nella storia della musica contemporanea.
Sto parlando proprio di loro: The Beatles.
Erano ancora quattro giovani di Liverpool, con tanta esperienza in esibizioni dal vivo ad Amburgo e nella loro città natale.
Grande era l’emozione, era la loro prima vera occasione di poter registrare un album in studio dopo essere stati rifiutati dalla casa discografica della Decca Records.
Ma come dice il detto, chiusa una porta se ne apre un’altra; e il destino ha voluto aprire una porta più grande, più aperta.

Dopo essere entrati nelle grazie di George Martin, loro storico produttore, i Beatles cominciarono a incidere i loro primi pezzi nel settembre 1962: il semplice blues Love Me Do e la melodica P.S. I Love You, pubblicati su 45 giri e poi inclusi nell’album.
Nel novembre dello stesso anno tornarono negli studi della EMI a incidere altri due pezzi originali: Please Please Me e Ask Me Why.
Alla fine di quest’ultima incisione George Martin disse: “Congratulazioni, avete appena finito di incidere il vostro primo Numero Uno!”
Il brano che intitola l’album venne pubblicato come singolo nel gennaio del 1963, ma nelle classifiche arrivò solo al numero due, un traguardo che non è da meno.
La previsione di Martin si rivelò corretta quando l’album, due mesi dopo la sua pubblicazione, balzò in prima posizione nelle classifiche britanniche.
Un traguardo inaspettato per un album di debutto, ma grande era la loro voglia di crescere e maturare.
Lo dimostra la copertina del disco, i Beatles che si affacciano dagli studi della EMI per mostrarsi al mondo con tutte le loro potenzialità musicali e i loro sorrisi spontanei.
E ancor di più è dimostrato dalla loro costante dose di lavoro con cui in una sola giornata, l’11 febbraio del ’63, registrarono gli altri 10 brani che compongono l’album.
10 brani, di cui 6 cover affidate alla loro originale interpretazione (ricordiamo la leggendaria Twist And Shout).
Non si era mai vista una band registrare così tanti pezzi in una sola giornata.
Tutto inizia con uno spontaneo “one, two, three” della traccia d’apertura, I Saw Her Standing There, fino alla liberazione degli istinti dionisiaci con la mitica esecuzione di Twist and Shout, l’ultimo brano dell’album.
Aggiungendo una nota personale, vorrei dire che sono molto legato a questo disco non soltanto perché è uno dei primi che ho ascoltato, ma anche perché ho apprezzato così tanto i Beatles delle origini, così pieni di carica, energia e spontaneità.
Di questo album è importante apprezzare anche la sua eterogeneità musicale: si passa dall’energico rock’n’roll di pezzi come I Saw Her Standing There, Boys, Please Please Me, Twist And Shout fino a melodie calde e sdolcinate come Misery, Ask Me Why, Do You Want To Know a Secret, A Taste of Honey.
Ma ciò che accomuna questi brani è il sound strumentale e vocale dei quattro di Liverpool che, con i loro strumenti e le loro voci, hanno dato un tocco caratteristico alla produzione pop di quel periodo e dato vita al fenomeno isterico della Beatlemania.
È l’inizio di un’epoca: quella della Beatlemania e, successivamente, di un periodo in cui grandi innovazioni sonore e musicali si susseguivano senza freni.
Questi erano gli anni ’60.
Questi erano i Beatles.
– Danny Santoro
Leave a comment